Cos’è la parodontite?

La parodontite è una patologia infiammatoria cronica che colpisce i tessuti di sostegno del dente, costituiti dal cemento radicolare , dal legamento parodontale e dall’osso alveolare riducendone progressivamente la stabilità e provocandone, se non trattata adeguatamente, la perdita. In condizioni di salute la gengiva che circonda i denti si trova 2-3 mm più coronale rispetto all’osso alveolare di cui ricalca l’andamento in maniera fedele. (Ad esempio le papille interdentali sono sostenute da picchi ossei riscontrabili tra i denti). Lo spazio tra la il margine gengivale e l’osso sottostante si definisce solco gengivale e può essere considerato come un collare che protegge i tessuti sottostanti dall’accumulo di batteri. Quando il solco viene colonizzato dai batteri si innesca un processo infiammatorio che può provocare un gonfiore dei tessuti gengivali e un progressivo riassorbimento dell’osso alveolare.

Quali sono le cause delle parodontiti?

Le parodontiti sono infezioni causate da batteri che colonizzano la superficie dentale sopra e sotto gengiva creando un biofilm che con il tempo matura arrichendosi di specie altamente patogene. Si tratta tuttavia di una malattia multifattoriale in cui svolge un ruolo fondamentale la risposta immunitaria del paziente. I pazienti predisposti reagiscono all’accumulo di batteri con infiammazione gengivale e successivamente con riassorbimento del tessuto di supporto. Nei pazienti non predisposti l’infiammazione gengivale non è seguita da danni all’apparato di sostegno. Esistono anche altri fattori che contribuiscono all’insorgenza e influenzano il decorso delle parodontiti. Il fumo può spiegare il 30% dell’incidenza delle parodontiti. La sua casualità risiede principalmente nella depressione dei meccanismi ripartivie protettivi, ma agisce anche alterando il biofilm e la vascolarizzazione.

Motivare il paziente alla cessazione del fumo è parte integrante del piano di trattamento. Alcuni batteri aumentano la loro aggressività con il fumo. In particolare un incremento della temperatura corporea di 1/10 aumenta l’aggressività batterica di 14 volte. Il fumo inoltre riduce il sanguinamento creando problemi al microcircolo periferico e rendendo il decorso della patologia più subdolo. Anche l’alcool può essere associato con un rapporto dose dipendente al una maggiore severità nella perdita di attacco. Il diabete provoca un aumento della suscettibilità alle infezioni, nonché riduzione dei processi riparativi e di guarigione. L’evidenza dice che i pazienti con diabete hanno uno stato parodontale peggiore e tanto più grave quanto minore è il controllo glicemico e lungo il decorso della patologia. I pz diabetici controllati hanno una migliore risposta alla terapia parodontale mentre quelli non controllati hanno una risposta non predicibile. Gli studi dicono che il trattamento parodontale riduce l’emoglobina glicosilata mediamente dello 0,36%con un effetto sovrapponibile a quello di un secondo farmaco, inoltre si ha una notevole riduzione delle complicanze.

Quali sono i sintomi?

I sintomi della paradontite sono:

  • PROFONDITA’ DEL SOLCO GENGIVALE SUPERIORE A 4 MM
  • SANGUINAMENTO GENGIVALE
  • MOBILITA’ DENTALE
  • ALITOSI
  • PIORREA : fuoriuscita di pus dal solco gengivale
  • DOLORE ALLA MASTICAZIONE
  • GONFIORE GENGIVALE
  • MIGRAZIONE DEI DENTI Spesso però le parodontiti hanno un decorso estremamente asintomatico nelle fasi iniziali per cui il paziente riferisce i primi fastidi quando la malattia ha raggiunto uno stato avanzato.

Come si tratta la parodontite?

La parte più importante nel trattamento della prodontite è la prevenzione. Visite periodiche permettono di intercettare la malattia nelle fasi iniziali in cui i danni sono completamente reversibili. Inizialmente si eseguono sedute di igiene professionale associando istruzioni di igiene orale domiciliare e controllando anche tutti i fattori causali come il fumo, lo stress, la glicemia e gli elementi dentali non salvabili… Dopo aver controllato la collaborazione del paziente si passa alle sedute di pulizia più approfondite eseguite in anestesia nei vari settori. A questo punto si controlla il paziente e dopo circa 3 mesi si rivalutano i risultati ottenuti. I siti che presentano ancora profondità di sondaggio eccessive devono essere trattati con tecniche chirurgiche che permettono di ristabilire una situazione di salute. La fase più importante è il mantenimento con sedute di igiene professionale programmate ad intervalli personalizzati peroni singolo paziente.

Si può guarire dalla parodontite?

I pazienti che vengono trattati correttamente e che collaborano possono tornare ad avere una condizione di salute gengivale anche se le perdite di supporto non possono essere rigenerate nella maggior parte dei casi. Essendo una malattia cronica i pazienti sono a rischio di riammalarsi se esposti nuovamente agli agenti causali.

Puo’ avere conseguenze sullo stato di salute generale?

  • BATTEREMIA: Con l’aumentare della profondità di tasca aumenta la proliferazione batterica e la percentuale dei GRAM-.I pazienti parodontali presentano ulcerazioni dell’epitelio delle tasche con un’estensione che può raggiungere i 20 cm quadrati. Chiaramente queste ulcere possono essere il punto di ingresso dei batteri nel circolo ematico. Si può avere una batteremia non solo in seguito alle cure odontoiatriche ma anche mangiando, spazzolando i denti o passando il filo interdentale. Nella maggior parte dei casi queste batteremie sono transitorie (sistema reticolo endoteliale) e asintomatiche. Alcuni batteri tuttavia possono superare le difese immunitarie e iniziare a replicarsi in altri tessuti. Altre patologie hanno un origine infiammatoria cronica (iperattività infiammatoria cronica).
     
  • MALATTIE CARDIOVASCOLARI SU BASE ATEROSCLEROTICA: La disseminazione batterica potrebbe favorire la produzione di ATEROMI , così come l’aumento dei mediatori infiammatori può favorire la formazione di PLACCHE. È dimostrato che i batteri parodontali possono contribuire alla genesi degli ateromi. La malattia parodontale aumenta i markers surrogati (fibrinogeno, CPR, IMT) che incrementano il rischio di patologie cardiovascolari. In particolare i pazienti con parodontiti hanno livelli di proteina c reattiva di 1,56 mg/l che rappresenta un rischio intermedio di sviluppare malattie cardiache secondo i dati dell’AMERICANO HEART ASSOCIATION. Dopo il trattamento questi valori si riducono a 0,50. Esistono quindi evidenze scientifiche che la paradentite possa rappresentare un rischio per lo sviluppo di patologie cardiovascolari.

Gli impianti possono ammalarsi di parodontite?

Spesso si pensa che sia meglio sostituire denti parodontali con impianti osteointegrati senza trattare la malattia. Purtroppo gli impianti risultano estremamente suscettibili ai batteri e sviluppano una patologia simile nota come perimplantite che provoca la perdita dell’osso intorno alla vite. E’ quindi fondamentale eseguire una terapia parodontale prima di passare alla fase impiantare. L’esperienza accumulata negli ultimi anni ha decisamente evidenziato come sia spesso meglio provare a salvare i denti parodontali piuttosto che sostituirli con impianti.