Il dentista Paolo Fulgenzi di Pescara esegue una endodonzia moderna che rispetta le linee guida delle più importanti società endodontiche.
La moderna endodonzia permette di eseguire terapie canalari in una sola seduta e con risultati molto predicibili. Sono fondamentali l'utilizzo della diga di gomma (che evita che i canali si possano contaminare con la saliva e il sangue), del rilevatore d'apice (che misura con precisione la lunghezza dei canali) di strumenti ruotanti in nichel titanio e di irriganti canalari come l'ipoclorito e l'EDTA.
Che cos’è l’endodonzia?
L’ endodonziaia si occupa del trattamento delle patologie della polpa dentaria. La sensibilità del dente è dovuta a un piccolo nervo che decorre in uno o più canali attraverso la radice fino ad arrivare alla corona.
Le capacità di reazione di questo organo pulpare sono estremamente scarse e si riducono con il passare degli anni per cui contaminazioni batteriche dovute a carie profonde, traumi e cure odontoiatriche possono causare un’infiammazione irreversibile della polpa. In questi casi il dente diventa estremamente sensibile agli stimoli termici e deve essere devitalizzato.
In seguito a questa iniziale sensibilità la polpa muore e lo spazio canalare viene contaminato da batteri che generano un ascesso nei tessuti intorno alla radice dentale. Questa lesione può risultare asintomatica per periodi variabili e quando si acutizza provoca un dolore spontaneo e intenso con eventuale gonfiore e raccolta di pus. Anche in questo caso sarà necessaria eseguire una terapia canalare per risolvere l’infezione.
La terapia canalare
L’endodonzia consiste nella rimozione di tutto il tessuto pulpare, nella detersione accurata dello spazio canalare ed infine nella sua sigillatura per evitare di lasciare spazi vuoti in cui proliferano i batteri anaerobi (che crescono in assenza di ossigeno).
La moderna endodonzia permette di ottenere risultati predicibili grazie all’utilizzo di rilevatori d’apice (che misurano con precisione la lunghezza dei canali), strumenti ruotanti in Nichel-titanio (permettono di sagomare in maniera predicibile il canale ) e sistemi di otturazione a caldo.
Come si esegue una terapia canalare?
Con delle frese si esegue una cavità che permette un libero accesso al sistema dei canali radicolari. Lo spazio canalare viene sondato fino all’apice e gradualmente allargato con delle piccole lime e successivamente con degli strumenti ruotanti in nichel titanio che conferiscono al canale una forma conica. Durante tutte le fasi il sistema radicolare viene abbondantemente deterso con una soluzione di ipoclorito di sodio che permette di digerire il tessuto organico e di abbassare la carica batterica. Nelle fasi finali si eseguono anche dei lavaggi con una soluzione di EDTA ossia un chelante del calcio che rimuove i detriti prodotti dagli strumenti manuali e ruotanti. Infine i canali vengono sigillati tridimensionalmente con guttaperca calda.
Tutte le fasi devono essere eseguite isolando adeguatamente il campo operatorio in modo da impedire la contaminazione dei canali con sangue o saliva.
Il successo della terapia canalare
L’endodonzia è una delle branche odontoiatriche che ha subito la più rapida evoluzione nell’ultimo decennio. Il rispetto delle fondamentali regole permette di ottenere risultati altamente predicibili con percentuali di successo superiori al 90%.
Il ritrattamento canalare
Quando il trattamento canalare non è andato a buon fine con persistenza o comparsa di lesioni apicali si deve effettuare un ritrattamento canalare. Lo scopo di questa terapia è quello di rimuovere la guttaperca e le sostanze medicamentose presenti nel dente, detergere e disinfettare tutto il sistema canalare e infine otturalo tridimensionalmente con guttaperca calda. Particolare attenzione va posta al reperimento di canali accessori eventualmente non rilevati nella precedente terapia e nella detersione e otturazione di porzioni canalari non raggiunte dal precedente trattamento.
Il restauro del dente devitalizzato
L’apertura della cavità di accesso necessaria per eseguire una terapia canalare prevede la perdita di sostanza dentale che associata a quella persa per carie o frattura determina una riduzione della resistenza del dente ai carichi della masticazione.
L’unica precauzione da prendere sui denti devitalizzati è quella di proteggerli dalle fratture. In base al tessuto residuo e al carico masticatorio a cui è sottoposto il dente il dentista deciderà se è sufficiente ricostruirlo con una otturazione o se sarà necessario ricoprirlo con intarsi del tipo overlay o con capsule.